William Shakespeare |
Le sue opere sono rappresentate ovunque e tradotte in quasi tuttle le lingue, le sue composizioni hanno la capacità di far ridere, di far piangere, far commuovere ognuno di noi in modo diverso l'uno dall'altro ed in modo diverso anche nelle varie età della vita.
Una capacità incredibile, un genio imparagonabile a qualsiasi altro autore...ma perchè?
Perchè nel "Periodo Elisabettiano" (1558/1603) si assiste ad una rivoluzione del teatro, della sua struttura, nell'allestimento degli spettacoli, nei copioni e nelle messe in scena.
Nel primo decennio il teatro è connotato da tratti "infantili": non c'è il rispetto delle trame dei copioni, non vengono rispettate le regole aristoteliche di Tempo, Luogo e Spazio, nè il "senso
comune", si mescolano tra loro tragedia e commedia in un tripudio altalenante di linguaggio sublime e volgare dialetto; per quanto riguarda l'allestimento degli spettacoli non esistono elementi scenografici veri e propri ed i luoghi ove si svolge l'intreccio sono spiegati esclusiavamente dai gesti e dalle parole dell'attore.
Ed è qui che la genialità del nostro caro Shakespeare lascia le sue impronte indelebili nella storia del teatro: inserisce una drammaturgia ed un allestimento tecnico delle scene sobrio ma carico di energie evocative, vuole rendere partecipe il pubblico accendendo in lui le "forze visionarie della fantasia" ed il pubblico così diviene partecipe allo spettacolo, attivamente, attraverso le emozioni che riesce a trasmettere e le capacità immaginative messe in moto.
Il Bardo inserisce la "regola aurea del buon teatro" mira cioè ad una misura artistica in cui ognuno svolge al meglio la propria parte ben definita e stabilita, l'autore, l'attore e vi è una definizione della spazialità e la partecipazione attiva della platea.
Per non parlare poi dell'innovazione nella struttura del teatro, il conosciutissimo Globe Theatre
costruito nel 1598 dalla compagnia teatrale a cui Shakespeare apparteneva (tra le altre cose ha fatto pure l'attore!!) è un'autentico capolavoro architettonico che permetteva al nostro autore di poter attivare la sua "regola aurea" grazie al palco dalla forma particolare allungata verso l'area della platea, tre lati lasciati liberi alla vista del pubblico, l'assenza del sipario, l'assenza del tetto che permetteva solo spettacoli diurni, le balconate per i suonatori e gli attori per scene su più piani e una torretta dalla quale un araldo suonava la tromba all'inizio ed alla fine di ogni spettacolo.
Che dire poi delle sue opere, così attuali anche ai giorni nostri grazie ai temi universali che le animavano: il potere dell'amore che vince ogni cosa, l'amore aulico puro e immortale, l'ambizione che logora e porta alla pazzia, il conflitto tra diverse generazioni, la guerra, la morte...questi temi inoltre erano trattati in modo tale che si potessero riferire a differenti classi sociali, dai re e regine ai nobili, dai soldati al popolo; inoltre le trame includono canzoni, musiche e danze per una rappresentazione ricca e completa.
Fu questa l'epoca in cui si formarono le prime compagnie teatrali professioniste, infatti nel 1572 il "Retainer's Act" ammette, seppur con qualche restrizione, l'esercizio pubblico del recitare ma anche qui fu trovata la scappatoia: le "Troupes dei Mestieranti" si fanno assumere dalle famiglie aristocratiche come "Men" o "Servants" (domestici) per non incorrere nelle restrizioni imposte.
In un panorama di cambiamenti anche le tipologie teatrali vennero ridefinite dal nostro Shakespeare: le forme plastiche come tragedie e commedie, "histories" sul passato del regno anglosassone, le "problem plays" drammi problematici e le "dark comedies" le commedie tenebre; dei prodotti non classificabili composti dal Bardo sono esempio "Sogno di una Notte di Mezza Estate" commedia d'intrigo amoroso ricca di fate e folletti, una farsa scatenata con tracce di mitologia e virtuosismo barocco, e "La Tempesta" una fiaba di magia con temi politico-aristocratici, spunti tratti da canovacci di attori italiani ed esiti da commedia.
Così abbiamo un repertorio di personaggi e fabule che rendono la scena luogo elettivo dell'evocazione di eventi "magnifici" che prendon spunto dalla mitologia, dalla letteratura classica prendendo ad esempio la realtà del luogo e del tempo, magnificandola in componimenti teatrali.
Ed ecco a voi una sintesi sulla grandiosità di un personaggio che ha contribuito al cambiamento del Teatro!
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